Tipi di Yoga – Cos’è, origini e tecniche

Lo Yoga ha origini nella pratica millenaria legata alla cultura vedica

Di Edizioni Mediterranee

Si fa presto a dire yoga: cos’è lo yoga? Pochi conoscono veramente l’origine di questo antico sistema di conoscenze della cultura indiana. Si fa spesso confusione anche tra i diversi tipi di yoga come l’ashtanga yoga e il vinyasa, o nello spiegare esattamente cos’è l’hatha yoga.

 

 

Avere padronanza degli stili differenti, tipi di tecniche e posizioni richiede una conoscenza pratica e filosofica dell’argomento. Si parla però sempre più spesso dei benefici dello yoga poiché, dal suo arrivo in occidente, questa pratica spirituale ha dimostrato di agire positivamente sull’armonia di mente, anima e corpo dei praticanti. Oltre ai benefici fisici lo yoga, attraverso gli esercizi di respirazione e meditazione, risponde alle esigenze di chi cerca l’evoluzione dello spirito. Per chiarire meglio tutto questo ne abbiamo parlato con Gabriella Giubilaro, tra i fondatori dell’Associazione Italiana Light on Yoga per la diffusione dell’Iyengar Yoga in Italia, insegnante senior di Iyengar yoga e massima esperta di questa disciplina in tutte le sue forme.

Che cosa è lo yoga?

Lo yoga è un’antica disciplina e può riferirsi a numerosi e differenti sistemi. Le origini più antiche si trovano nel periodo vedico, nelle Upaniṣad e nella Bhagavad Gītā. La parola yoga si riferiva ad un sistema spirituale di ricerca del vero Sé. Questa disciplina crede che tutti gli esseri viventi – e quindi anche l’essere umano – siano vincolati al ciclo delle rinascite (in sanscrito saṃsāra) fino a che si realizzi la loro vera natura. Da qui lo yoga come tecnica per ricercare o per poter rivelare il vero Sé. Non si tratta di una religione come si intende in occidente. All’inizio, probabilmente, lo yoga era solo meditazione. Con il tempo, proprio per facilitare la meditazione, si sono aggiunte altre pratiche per aiutare il corpo ad essere sano e la mente stabile e tranquilla.

Quali sono i tipi di yoga?

Bisogna distinguere fra yoga tradizionale e moderno, cioè la pratica che attualmente viene chiamata yoga. La tradizione ci indica quattro tipi di strade che si possono percorrere nel cammino verso la propria realizzazione:

1. jñāna yoga: conoscenza e rinuncia. Si arriva alla realizzazione del vero Sé attraverso la conoscenza.

2.  karma yoga: azione. La realizzazione si ottiene agendo nel mondo ma rinunciando ai frutti delle azioni attraverso il distacco e il non-attaccamento.

3. bhakti yoga: devozione. Ogni azione è dedicata al signore supremo.

4. rāja yoga: pratica e rinuncia. È la dottrina spirituale trasmessa da Patañjali negli Yoga Sutra.

Ogni sistema prevede delle discipline morali, cioè l’adozione della giusta condotta nella vita quotidiana, verso il prossimo e verso se stessi. Questa disciplina etica è alla base della filosofia yoga anche se talvolta i dettami non sono espressi in maniera esplicita. Ognuno di questi vari tipi di yoga prevede anche la meditazione dhyāna e alcuni di questi sistemi comprendono la respirazione (prāṇāyāma) e le posizioni (āsana). I benefici della respirazione e delle posizioni sono così profondi e queste pratiche hanno assunto una tale rilevanza che, con il tempo, sono diventati sinonimi di yoga. Oggi questo termine è troppo spesso sfruttato e abusato per nobilitare qualsiasi tipo di movimento o stretching, con o senza attrezzi, con o senza consapevolezza, mentre nella tradizione classica tali pratiche fanno parte dello yoga solo se vengono svolte con attenzione e consapevolezza, con totale immersione meditativa. Inoltre, nel passato anche recente, chi voleva imparare e praticare doveva avvicinarsi ad un maestro spirituale, un guru, diventarne discepolo e seguirne fedelmente il metodo. Ora invece molti yogi indiani e occidentali introducono il loro metodo o stile personale, alcuni seguendo la tradizione classica e altri discostandosene tanto che diventa difficile continuare a chiamarlo yoga. Da qui la confusione su che cosa sia oggi questa disciplina.

Yoga e meditazione

In origine yoga e meditazione erano sinonimi e definivano la tecnica di ascesi propria del misticismo indiano. Poi gli antichi indiani hanno capito che per poter meditare sono necessarie capacità sia fisiche che mentali, per cui con il tempo hanno trovato e introdotto delle discipline che potevano aiutare le persone ad avere un corpo sano e una mente tranquilla per la meditazione. Da qui le discipline morali verso il prossimo e verso se stessi, le posizioni yoga āsana, la respirazione prāṇāyāma, lo studio dei testi di filosofia indiana. Come abbiamo già detto tutti i tipi di yoga prevedono anche la meditazione, indicata con il termine sanscrito dhyāna – che sta ad indicare il settimo degli otto passi, quello che precede il samādhi, cioè l’illuminazione ultimo stadio dello yoga. Solo attraverso dhyāna è possibile che accada il samādhi, cioè l’abbandono dell’individualità e l’espandersi nell’universo. Dhyāna non va confuso con dhāraṇā: questa è la concentrazione, attività che richiede al praticante lo sforzo per mantenere l’attenzione costante ed impedire alla mente di seguire lo scorrere dei pensieri, delle emozioni, degli impulsi del corpo fisico e di ciò che lo circonda. Affinché la concentrazione si trasformi in dhyāna è necessaria la cessazione di ogni sforzo e di ogni attività intenzionale della coscienza. Il passaggio tra questi due stadi non può essere consapevole poiché riconoscere il momento di passaggio da dhāraṇā a dhyāna è l’attimo stesso in cui si esce dalla meditazione.

Chi può fare yoga?

Chiunque può praticarlo, se è interessato. Ognuno può scegliere il tipo che più si addice alla propria personalità, ai propri bisogni e alla propria ricerca spirituale. Si può anche scegliere quanto tempo dedicare alla pratica, sia essa meditazione yoga, respirazione o posizioni. Si può scegliere di eseguire esercizi yoga a casa oltre alla pratica che si fa a lezione con il maestro. Il consiglio è sempre di iniziare gradualmente senza prendersi troppi impegni, e poi a poco a poco, con il crescere dell’interesse e dei benefici, si può incominciare ad avere una pratica personale. Questa pratica dovrebbe essere accompagnata dallo studio dei testi più importanti per la spiritualità indiana, come il testo sanscrito Gli Yoga Sūtra di Patañjali. Di tale opera fondamentale è da poco disponibile una preziosa pubblicazione delle Edizioni Mediterranee, edizione molto completa ed esaustiva, con il commento di Edwin Bryant, famoso indologo americano, valida sia per il principiante che per lo studioso.

Yoga per principianti, come iniziare? C’è uno stile più indicato?

Per iniziare, ogni tipologia di yoga ha il suo sistema. O almeno dovrebbe averlo. Come quando si studia uno strumento musicale si inizia con esercizi semplici per poi progredire, così anche nella pratica della respirazione e delle posizioni si inizia con esercizi yoga facili e non impegnativi. Prima di tutto si sceglie lo stile e il maestro. I più interessati all’attività fisica dovrebbero preferire uno stile di yoga dinamico e impegnativo, in genere più adatto ai giovani, tipo Ashtanga Yoga. Chi è interessato alle posizioni e alla respirazione sceglie un altro stile, l’Iyengar Yoga. Chi è interessato alla meditazione sceglierà Kriya Yoga; chi invece è affascinato dalla filosofia ma non ha desiderio di fare pratica sceglierà Jnana yoga. Ogni stile ha maestri diversi, quindi è sempre meglio informarsi sulla preparazione dell’insegnante prima di iniziare le lezioni, come dovrebbe essere fatto per qualsiasi disciplina.

Benefici dello yoga

La pratica della meditazione agisce a livello mentale, aiuta la capacità di concentrazione, rende stabili e calmi. E aiuta a superare momenti di difficoltà. La pratica della respirazione giova ai polmoni e al cuore, stabilizza la pressione, ma soprattutto ha un effetto profondo sulla mente. In generale questa disciplina ha effetti positivi a livello fisico, ma anche sul sistema nervoso, sul sistema immunitario e sulla mente. Praticare lo yoga in modo regolare e attento rende il corpo sano e forte, aumenta la sensibilità e la capacità di concentrarsi. In tempi abbastanza recenti si è parlato di yoga in gravidanza. In questo caso la pratica è consigliata solo sotto la guida di un insegnante esperto, proprio per evitare qualunque tipo di controindicazione. Altra domanda frequente è se lo yoga fa dimagrire: la pratica costante può aiutare a perdere peso ma solo se accompagnata da una dieta opportuna.

In generale esistono controindicazioni?

Possono esserci controindicazioni, come in qualsiasi altra attività. Spesso le persone scelgono l’insegnante in base alla comodità, come ad esempio la vicinanza. Per quanto le difficoltà della vita moderna rendano comprensibile questo criterio di scelta non è purtroppo utile a garantire la bontà della pratica svolta. Sarebbe bene informarsi prima e scegliere un insegnante competente che sappia guidare il neofita. Le controindicazioni ci sono se si procede troppo velocemente negli esercizi, sia nelle posizioni che nella respirazione e nella meditazione. Prudenza, gradualità e un insegnante esperto e competente sono requisiti essenziali per un buon inizio.

Le ultime novità come yoga con le corde, elastici, palla: è vero yoga? Cosa cambia?

Non è quello che si fa che determina se è vero yoga oppure no, ma perché lo si fa, con quale atteggiamento. Anche nella pratica più tradizionale ci può essere l’uso di attrezzi quali materassini, cinture, coperte. Persino un’antica statuetta ritrovata in India rappresenta uno yogi seduto con una cintura intorno alle gambe. Si può ricorrere all’aiuto di attrezzi molto semplici quali sedie o corde, l’importante è che l’insegnante abbia le competenze per insegnare, per capire i limiti dello studente e non danneggiarlo. Giova ripetere che chiunque chiami yoga qualsiasi attività fisica commette un grande errore.

Yoga o pilates: si somigliano? Perchè scegliere l’uno o l’altro?

Pilates è una ginnastica, sia a corpo libero che con attrezzi. Siccome prevede molti esercizi di allungamento, viene impropriamente associata allo yoga. Ma lo yoga è tutt’altro di una semplice ginnastica, perché ha effetti positivi non solo a livello fisico, ma anche sul sistema nervoso, sul sistema immunitario e sulla mente. E apre, a coloro che sono interessati, vasti campi di approfondimento e di studio a livello filosofico, religioso, psicologico, esoterico. Apre a quella ricerca del vero Sé cui ho accennato all’inizio.

 

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