Milano è un nodo della globalizzazione
Concentra funzioni locali e globali
Di Fiorello Cortiana
L’emergenza climatica, che è la vera emergenza di lungo periodo a livello globale, e la conseguente pandemia in atto, richiedono di attuare una discontinuità rispetto al modello di ‘città vetrina’ concepita per ‘city user’, e di tutelare il territorio urbano dalla mera speculazione dei fondi immobiliari. Tutto non può tornare come prima.
L’ONU chiede di fare i conti con l’inurbamento del 70% della popolazione mondiale entro il 2050, con i problemi sociali ed ambientali conseguenti. Affinché Milano Città Metropolitana costituisca un esempio concreto di rigenerazione locale e globale, e non di deriva dissipativa energetica, ambientale, sociale e della convivenza civile, occorre che i milanesi siano abitanti consapevoli e partecipi, e non meri residenti. L’affido della politica pubblica locale a nazionale a manager della tecnocrazia, se da un lato allinea l’Italia ai mercati finanziari europei, dall’altro segna la totale assenza di espressione della soggettività politica democratica. Il rischio concreto è di ‘esternalizzare’ la politica, affidandola alle strategie di fondi immobiliari che risiedono nei paradisi fiscali, cui si assegna la decisione sul futuro della città: dagli scali ex FS allo stadio e al quartiere di San Siro.
Chi, come noi, sente di rappresentare la cultura riformista, radicale ed ecologista – da sempre capace di informare di sé un’opinione pubblica avvertita e di esprimere indirizzi politici, proposte referendarie e rappresentanza nel Consiglio Metropolitano – non può rimanere indifferente. Milano e il suo tessuto metropolitano devono legare la direzione amministrativa e la guida della politica pubblica alla natura costitutiva della nostra democrazia repubblicana: la soggettività politica pubblica legata agli interessi generali, lapartecipazione informata al processo deliberativo, le prerogative efficaci per l’esercizio della cittadinanza attiva, la qualità e i poteri della rappresentanza, per la qualificazione delle assemblee elettive, delle amministrazioni locali e degli istituti di partecipazione.
Ogni volta che i cittadini milanesi hanno potuto esprimersi direttamente, hanno chiesto una città sostenibile e generosa con l’innovazione, che è funzione della qualità del vivere sociale. Noi vogliamo contribuire, in modo partecipato e condiviso, ad una visione articolata per ridefinire l’identità, il ruolo e la funzione di Milano Città Metropolitana nella dimensione ‘glocale’ e nella gestione dell’opportunità offerta dal Recovery Fund. Ci vuole empatia verso la propria comunità di territorio per sentire la città, per ascoltare i suoi bisogni, per amare Milano. Vogliamo iscrivere Milano dentro il contesto metropolitano, quale nodo di relazione e di passaggio della definizione delle politiche economiche e territoriali della globalizzazione.
Vogliamo chiarezza sulla natura e sul ruolo degli attori, protagonisti sul palco ma anche dietro le quinte, di quel ‘modello Milano’ che ormai non è più sostenibile. Vogliamo proporre la nostra visione di una metropoli generatrice di innovazione, vivibile, socialmente accessibile, ambientalmente sostenibile, bella da vivere, partecipata da una cittadinanza attiva e informata. Vogliamo eleggere amministratori impegnati a realizzare una visione qualitativa del vivere sociale e non meri esecutori di scelte prese altrove, sulla base di interessi particolari.
Vogliamo una politica pubblica ed una organizzazione amministrativa che concepiscano la sicurezza e il benessere partendo dalla salute e dall’inclusione. Per noi i problemi e i conflitti, che sono fisiologici in un territorio vasto e complesso come quello milanese, si devono risolvere partendo dalla conoscenza condivisa e dal dialogo con tutti i soggetti coinvolti: cittadini, associazioni, operatori economici, istituzioni. Nella città che vogliamo la periferia non è isolata dal centro ma fruisce e contribuisce a pari titolo al tessuto comune di servizi e risorse.
Nella città che vogliamo i cittadini di origine straniera sono considerati una risorsa e non un problema e partecipano attivamente alla vita sociale e politica. Nella città che vogliamo il carcere può diventare un quartiere dove si offre rieducazione e collaborazione col territorio. Nella città che vogliamo, la cittadinanza attiva, il volontariato e il terzo settore non fungono da supplenti di istituzioni pubbliche assenti, né sono elementi di scambio elettorale.
Vogliamo una Milano dei diritti e referendaria, dove l’informazione e la consultazione cittadina su temi specifici è un processo continuo; dove costruire significa recuperare a verde da aree già edificate (per esempio “rottamando” l’edilizia scadente, secondo l’illuminata proposta dell’urbanista Aldo Loris Rossi); dove si controlla il processo di antropizzazione; dove si monitora e previene il dissesto idrogeologico; dove si è consapevoli che il numero delle case supera quello degli abitanti; dove le connessioni tra metropoli e regione possono integrare il trasporto su gomma e le vie d’acqua.
Una città quindi non delle proibizioni ma delle scelte civili e cittadine, a misura d’uomo. Utilizzeremo tutte le opportunità di collaborazione digitale e di incontro diretto per mettere in rete l’intelligenza e le competenze diffuse e finora trascurate, al fine di produrre indirizzi politici chiari e circostanziati. Vogliamo che Milano esprima una comunità consapevole, capace di includere e dare un senso comune alle eccellenze come ai soggetti fragili, a chi si occupa di intelligenza artificiale e a chi vuole uscire da una condizione di marginalità: che sia la periferia urbana, la privazione della conoscenza, la reclusione nelle carceri, la prostituzione dei corpi e delle intelligenze.
Promuoviamo un’ecologia delle libertà a partire dai comportamenti consapevoli e dalla percezione del rischio ambientale. Milano Città Metropolitana può diventare un centro d’eccellenza di studio e ricerca nel campo delle tecnologie basate su fonti pulite e rinnovabili, favorendo l’uso razionale ed efficiente dell’energia con la creazione di comunità energetiche metropolitane. Diamo impulso a progetti di respiro internazionalevolti a contrastare e ad invertire il surriscaldamento globale come Drawdown Project eStopglobalwarming.eu.
Siamo osservatori attenti delle sofferenze psicologiche causate direttamente e indirettamente da più di un anno di pandemia (ansia, depressione, perdita del lavoro). Costruiamo reti di ascoltoe di intervento, collegando le energie esistenti e creando nuovi hub per l’intervento rapido psicologico. Non ci fermeremo alle proposte ma utilizzeremo tutte le possibilità di partecipazione diretta che negli anni scorsi abbiamo contribuito ad introdurre nello statuto comunale, come le Direttive di Iniziativa Popolare e le Udienze Pubbliche del Consiglio Comunale.
Non ci rassegniamo ad essere spettatori/elettori che fanno zapping tra questa destra e questa sinistra unite dagli stessi programmi, da San Siro agli Scali ex FS. Vogliamo governare il cambiamento di Milano verso la bellezza, verso la responsabilità diffusa, per una città ed una comunità capaci di futuro.
Non smettiamo di provarci, cerchiamo altri ambiziosi come noi.
Per adesioni e informazioni contatti.