Reincarnazione, una vita, un destino
A cura di Manuela Pompas
Per questa nuova edizione, ho deciso di arricchirlo, di integrarlo con nuovo materiale, per vedere come viene affrontata la credenza nella dottrina delle rinascite, e soprattutto aggiungendo altri casi significativi alla luce delle mie ultime esperienze. Tra l’altro ho incominciato a fare una divulgazione anche tra medici e psicoterapeuti, per trasmettere ciò che ho imparato in più di trent’anni di ricerca, perché l’esperienza ha una funzione individuale, che diventa anche collettiva.
Ciascuno impara per sé e per gli altri. Una volta, per spiegare la reincarnazione, un lama tibetano mi disse che, a differenza dell’induismo, che ritiene che la stessa anima ritorna vita dopo vita, per il buddismo l’anima ritorna a fondersi nell’universo, perdendo l’individualità. Ma ciò che ha imparato diventa un bagaglio collettivo.
“Possiamo paragonare l’anima a una goccia d’acqua, che si colora della sua esperienza. Quando ritorna nel grande secchio del serbatoio cosmico, tutta l’acqua si tinge del suo colore, facendo partecipe ogni goccia del suo apporto. E quando una goccia ritorna sulla Terra, porta in sé non le sue memorie, ma quelle che ha attinto dal secchio”.
Personalmente ho sposato la tesi induista, ma questa immagine è molto significativa anche alla luce delle nuove conoscenze scientifiche.
Se Dio ha creato l’universo dal Nulla, esso non è altro che il corpo di Dio. E ciascuno di noi è come una sua cellula, contemporaneamente un tutto e una parte del Tutto. E c’è chi arriva persino a dire che Dio fa esperienza della vita attraverso ciascuno di noi, vita dopo vita.
Per cui ho fatto “rinascere” questo volume in un’altra veste editoriale, aggiungendo le nuove esperienze maturate, nuove testimonianze. Lavorando con il materiale che emerge, mi rendo conto che la vita è un continuum e che ogni esperienza non è altro che la conseguenza di ciò che abbiamo vissuto in precedenza.
Non esiste il caso (“Esso è la maschera che Dio si mette quando non vuol essere riconosciuto”, diceva credo Voltaire), tutto ciò che ci capita è sottoposto alla legge di causa-effetto: così cercare il proprio passato, le proprie radici lontane, serve a capire il presente, le nostre esperienze e la nostra personalità, e anche a intravvedere cosa sarà il nostro futuro.
Giornalista (per 30 anni redattrice di Gioia), Manuela Pompas è considerata una delle maggiori divulgatrici nel campo della ricerca psichica e spirituale in Italia, affrontando le tecniche legate alla psicologia (ipnosi, rilassamento e visualizzazione, rebirthing), le medicine naturali (omeopatia, agopuntura, medica ayurvedica ecc.) e le discipline umanistiche (bioenergetica, gestalt, tecniche corporee, psicologia transpersonale).
Ha cercato di indagare nei campi legati alla conoscenza profonda dell’individuo, in un percorso parallelo a quello degli studiosi americani, che hanno tralasciato lo studio dei fenomeni paranormali per approfondire lo sviluppo del potenziale umano.
Formazione professionale
La storia di giornalista di Manuela Pompas è atipica: infatti, oltre a intervistare i maggiori esperti italiani e stranieri, ha partecipato a numerosi workshop, diventando leader di gruppo. Il suo percorso di formazione individuale comprende:
- 1967-68: Analisi junghiana.
- 1975: Training autogeno con Luigi Peresson (fondatore del Cisspat), di Padova.
- 1976/78: Bioenergetica: seminari con Alberto Zucconi, Eva Reich e Jules Grossman.
- 1979-80: Ipnosi: corso biennale all’AMISI, con una tesi sulla regressione ipnotica.
- 1981- 90: Analisi transazionale: 101 con Levy a Parigi, e 2 workshop con Kohlreiser presso l’Istituto Berne di Milano.
- 1997-2000: Rebirthing: Corsi con Patrice Ellequain e Béatrice Santoz.
- 2008-2009: Corso di Counseling della Scuola Alkemia, di Alberto Caddeo