Artù L’orso e il Re

 

 

Prestigioso sovrano dei cavalieri della Tavola rotonda, re Artù ha suscitato più di una fantasticheria e numerosi interrogativi. Da dove veniva? Chi era? Un capo guerriero della resistenza bretone che si oppose nel V secolo all’invasore sassone? O un personaggio letterario generato dalle grandi epopee e dai testi medievali?

È assai difficile seguire i molteplici percorsi intrapresi da Artù e dal suo seguito… Basandosi sullo studio dei testi, sulla storia e sull’archeologia, Philippe Walter, grande esperto della letteratura arturiana e del ciclo del Graal, tenta di ricostruire l’origine del re, di rintracciare l’itinerario suo e del magico ambiente in cui visse.

Pagina dopo pagina, Artù riacquista la sua vera statura: emanazione della tradizione orale e della memoria popolare precristiana, egli eredita moltissimi aspetti di un’antica creatura della mitologia celtica, l’orso sacro dei culti cosmici.

Così, al termine di questa approfondita indagine, il mistero intorno al celebre re e ai suoi eroici cavalieri si dissipa, senza nondimeno perdere di spessore poetico.

Artù figura leggendaria

Il nome Artù, che come nome proprio di persona risulta storicamente attestato nella Pietra di Artù, in lingua celtica continentale significa orso, simbolo di forza, stabilità e protezione, caratteri anche questi ben presenti in tutta la leggenda[111]. Un’interessante ipotesi è stata recentemente prospettata da alcuni storici britannici consulenti dell’ente televisivo statale BBC circa l’origine del nome “Arthur”.

Esso, a loro dire, potrebbe infatti derivare dall’unione del termine bretone “Arth” (che significa “Orso”), con l’analogo termine di derivazione latina “Ursus”. Dal vocabolo ancestrale “Arth – Ursus” sarebbe derivato “Arthur”. Nella civiltà celtica gli uomini avevano come nome proprio quello di un animale che sceglievano per sottolineare un tratto fisico o caratteriale, e l’orso è l’animale simbolo per eccellenza della regalità.

Anche sulla base del suo nome, una scuola di pensiero ritiene che la figura di Artù non abbia nessuna consistenza storica e che si tratterebbe di una semi-dimenticata divinità celtica poi trasformata dalla tradizione orale in un personaggio realmente esistito, come sarebbe accaduto per Lir, dio del mare, divenuto poi re Lear. In gallese la parola arth significa “orso” e tra i celti continentali (anche se non in Britannia) esistevano molte divinità-orso chiamate Artos o Artio. È probabile che queste divinità siano state portate dai Celti in Britannia. Va anche notato che la parola gallese arth, quella latina arctus e quella greca arctos significano “orso”. Inoltre, Artù è chiamato l'”Orso di Britannia” da alcuni scrittori.

“Arktouros” (“Arcturus” per i Romani, e “Arturo” in italiano), ovvero “guardiano dell’orsa”, era il nome che i Greci davano alla stella in cui era stato trasformato Arkas, o Arcade, re dell’Arcadia e figlio di Callisto, che invece era stata trasformata nella costellazione dell’Orsa Maggiore (“Arctus” per i Romani). Altre grafie esistenti del suo nome sono ArzurArthus o Artus. L’epiteto di “Pendragon” gli viene invece dal padre, Uther Pendragon.

Sull’Autore

È docente di letteratura francese del Medioevo all’Università di Grenoble III.

Ha pubblicato numerose opere sul medioevo e dirige l’edizione e le traduzioni dei Romans en prose du Graal per la Bibliothèque de la Pléiade (Gallimard). Ha pubblicato per le Edizioni Imago: Merlin ou le Savoir du monde (2000).

 

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