Reincarnazione, una vita, un destino

 

A cura di Manuela Pompas

 

Questo libro vede una sua nuova vita, rinasce cioè, riveduto e ampliato, con un nuovo editore emergente.Non potevo lasciarlo morire, non solo per un motivo strettamente pratico, perché viene ancora richiesto dai librai, nei convegni, durante i corsi e le conferenze, ma soprattutto perché i miei libri sulla reincarnazione sono i miei figli prediletti, il lavoro a cui ho dedicato la mia vita.Il suo cammino non si è ancora esaurito e, anche se ho in preparazione un altro libro di memorie, ritengo questo lavoro un evergreen o, come si dice in gergo editoriale, un long seller. In alcuni libri, tra cui questo, c’è un’impronta che non viene da me, ma da un’energia che mi guida, che mi aiuta, che mi spinge da altre dimensioni.Sì, perché mi sono accorta che alcuni libri (non tutti, ovviamente) sono proprio dei messaggi canalizzati, la cui energia agisce come un seme, entra apparentemente per caso nella vita di qualcuno e a volte la cambiano, fiorisce nel terreno dell’inconscio e smuove la coscienza.A volte, durante la regressione, mi sembra proprio di agire come il contadino che ara la terra: smuovo le zolle, creo dei solchi e butto i semi, che a volte germogliano velocemente, ma più spesso devono marcire, per poi rinascere e un giorno anche lontano gettare le prime radici, iniziare a crescere, per trasformarsi infine in fiore o in pianta. Dalle testimonianze che mi arrivano, alcuni dei miei libri hanno questa funzione, di risvegliare una luce soffusa sepolta nel profondo, aiutando le persone ad affrontare la vita con un’ottica diversa, più responsabile e anche più serena.Chi scrive è sempre solamente un strumento che, insieme ad altri, lavora per l’evoluzione dell’umanità. D’altronde molti artisti, pittori, musicisti, poeti, sanno perfettamente di essere dei medium, dei canali, che attingono a quel grande serbatoio che è il mondo degli archetipi, delle Leggi universali, per riportarli sulla Terra. Scriveva Jung che l’autore sa come inizia un libro, ma non come finisce. È una creatura che ha una sua propria vita, un suo dàimon, un compito.

Per questa nuova edizione, ho deciso di arricchirlo, di integrarlo con nuovo materiale, per vedere come viene affrontata la credenza nella dottrina delle rinascite, e soprattutto aggiungendo altri casi significativi alla luce delle mie ultime esperienze. Tra l’altro ho incominciato a fare una divulgazione anche tra medici e psicoterapeuti, per trasmettere ciò che ho imparato in più di trent’anni di ricerca, perché l’esperienza ha una funzione individuale, che diventa anche collettiva.

Ciascuno impara per sé e per gli altri. Una volta, per spiegare la reincarnazione, un lama tibetano mi disse che, a differenza dell’induismo, che ritiene che la stessa anima ritorna vita dopo vita, per il buddismo l’anima ritorna a fondersi nell’universo, perdendo l’individualità. Ma ciò che ha imparato diventa un bagaglio collettivo.

Possiamo paragonare l’anima a una goccia d’acqua, che si colora della sua esperienza. Quando ritorna nel grande secchio del serbatoio cosmico, tutta l’acqua si tinge del suo colore, facendo partecipe ogni goccia del suo apporto. E quando una goccia ritorna sulla Terra, porta in sé non le sue memorie, ma quelle che ha attinto dal secchio”.

Personalmente ho sposato la tesi induista, ma questa immagine è molto significativa anche alla luce delle nuove conoscenze scientifiche.

Se Dio ha creato l’universo dal Nulla, esso non è altro che il corpo di Dio. E ciascuno di noi è come una sua cellula, contemporaneamente un tutto e una parte del Tutto. E c’è chi arriva persino a dire che Dio fa esperienza della vita attraverso ciascuno di noi, vita dopo vita.

Per cui ho fatto “rinascere” questo volume in un’altra veste editoriale, aggiungendo le nuove esperienze maturate, nuove testimonianze. Lavorando con il materiale che emerge, mi rendo conto che la vita è un continuum e che ogni esperienza non è altro che la conseguenza di ciò che abbiamo vissuto in precedenza.

Non esiste il caso (“Esso è la maschera che Dio si mette quando non vuol essere riconosciuto”, diceva credo Voltaire), tutto ciò che ci capita è sottoposto alla legge di causa-effetto: così cercare il proprio passato, le proprie radici lontane, serve a capire il presente, le nostre esperienze e la nostra personalità, e anche a intravvedere cosa sarà il nostro futuro.

 

Giornalista (per 30 anni redattrice di Gioia), Manuela Pompas è considerata una delle maggiori divulgatrici nel campo della ricerca psichica e spirituale in Italia, affrontando le tecniche legate alla psicologia (ipnosi, rilassamento e visualizzazione, rebirthing), le medicine naturali (omeopatia, agopuntura, medica ayurvedica ecc.) e le discipline umanistiche (bioenergetica, gestalt, tecniche corporee, psicologia transpersonale).

Ha cercato di indagare nei campi legati alla conoscenza profonda dell’individuo, in un percorso parallelo a quello degli studiosi americani, che hanno tralasciato lo studio dei fenomeni paranormali per approfondire lo sviluppo del potenziale umano.

 

Formazione professionale

La storia di giornalista di Manuela Pompas è atipica: infatti, oltre a intervistare i maggiori esperti italiani e stranieri, ha partecipato a numerosi workshop, diventando leader di gruppo. Il suo percorso di formazione individuale comprende:

  • 1967-68: Analisi junghiana.
  • 1975: Training autogeno con Luigi Peresson (fondatore del Cisspat), di Padova.
  • 1976/78: Bioenergetica: seminari con Alberto Zucconi, Eva Reich e Jules Grossman.
  • 1979-80: Ipnosi: corso biennale all’AMISI, con una tesi sulla regressione ipnotica.
  • 1981- 90: Analisi transazionale: 101 con Levy a Parigi, e 2 workshop con Kohlreiser presso l’Istituto Berne di Milano.
  • 1997-2000: Rebirthing: Corsi con Patrice Ellequain e Béatrice Santoz.
  • 2008-2009: Corso di Counseling della Scuola Alkemia, di Alberto Caddeo

 

 

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