1951 – 1973
Di
Edizioni: Edizioni Mediterranee (1 novembre 1987)
13 volumi, 6.000 pagine: nell’arco di due decenni, in un linguaggio discorsivo che usa vecchie parole (ma a volte nuovissime) per esprimere minimi, vertiginosi mutamenti, la viva voce di Mère racconta a Satprem, il suo testimone, una miriade di esperienze, un’esplorazione nella coscienza delle cellule del corpo. Assistiamo così alla scoperta di una mente cellulare capace di ri-formare la condizione della materia umana e le leggi della specie: come un tempo i primi balbettii della mente pensante avevano trasformato le condizioni di una specie antropoide. Un documento di evoluzione sperimentale, un interrogativo sul nostro futuro: dobbiamo rassegnarci all’angusta condizione umana che ovunque va facendosi sempre più invivibile, oppure può esserci un modo di vivere l’impensabile, di passare a una “prossima specie”? Non siamo alla fine di una civiltà, ma alla fine di un ciclo evolutivo, ha detto Sri Aurobindo. Il vero problema del nostro tempo è forse quello di trovare in noi ciò che può sopravvivere.
Autore
Satprem – vero nome Bernard Enginger – nato a Parigi nel 1923, internato nei lager nazisti, passa gli anni successivi della giovinezza a vagabondare dall’Egitto alle foreste amazzoniche, dall’Africa Nera al Tibet, assillato dal bisogno di trovare qual è davvero il senso della condizione umana. Nel 1947 incontra brevemente Sri Aurobindo: sarà questo fatto a spingerlo a tornare in India e a restare per vent’anni accanto a Mère, cercando di spiegare in numerosi libri la rivoluzione che Sri Aurobindo e Mère rappresentano. Intanto, annota giorno dopo giorno le esperienze che Mère gli va rivelando e che costituiranno l’immenso “giornale di bordo” che sono i 13 volumi della famosissima Agenda.