Ormoni bioidentici e low-dose therapy in menopausa

Le donne desiderano le stelle

Di Osvaldo Sponzilli e Stefania Piloni

Un corpo creativo come quello femminile merita cure e soluzioni creative.

La medicina di genere ha mosso il primo passo verso l’appropriatezza delle terapie rivolte esclusivamente alle donne. Tra le osservazioni più pertinenti che meritano una riflessione di genere nella scelta terapeutica medica troviamo quella del professor Giorgino (presidente FIOG e AGEO), il quale esorta i medici a tener conto di alcuni concetti di base: il corpo della donna affronta gravidanza e parto, consuma più antidolorifici nel corso della vita per le mestruazioni, usa contraccezione ormonale in età fertile, utilizza più farmaci in menopausa, fa spesso largo uso di rimedi botanici a scopo salutistico-cosmetico correndo più rischi di interazione e infine il counselling al femminile può risentire maggiormente di pudore o emotività. È una perfetta analisi che obbliga a un’accurata riflessione quando la menopausa minaccia la se-renità delle donne.

“La menopausa non è una malattia” è una frase che risuona in ogni congresso medico sul tema, ma come malattia viene purtroppo trattata. La scelta di ricorrere a “rimedi botanici a scopo salutistico” di solito “fai da te” è una necessità per le donne che non intendono consegnarsi alla terapia ormonale sostitutiva con ormoni di sintesi. E il più delle volte il medico non conosce il valore terapeutico o le controindicazioni-interazioni del rimedio botanico stesso. Ad esempio, la donna potrebbe aver scelto il resveratrolo come anti-aging naturale nella lotta contro i radicali liberi e forse il medico sa, oppure non sa, che il resveratrolo è anche un fitoestrogeno. Spesso, per non creare interazioni, il medico chiede alla paziente di sospendere le cure naturali, di attenersi unicamente alle indicazioni terapeutiche prescritte. Un classico counselling in menopausa dunque apre (o meglio chiude) a due uniche possibilità: terapia sostitutiva ormonale oppure nulla. Ma la medicina è arte, ed è una scienza aperta e curiosa, che sa mettersi in discussione.

Per questo la nutraceutica, la fitoterapia, la terapia con ormoni bioidentici e le cure a microdosi sono entrate di diritto a far parte delle discussioni congressuali mediche. Perché le donne per prime hanno chiesto ai medici di essere accompagnate nella libertà di cura, di essere prese per mano nella scelta di un fitoestratto, di valutare il drenaggio, la nutrizione e la nutraceutica. E di potersi aprire nella sfera emotiva e sessuale, perché anche il tema di una medicina legata al piacere è certamente al servizio delle cure al femminile. E questa non è solo materia ginecologica ma fa parte di ogni consulenza medica, anche certamente della consulenza con il medico di base.

Questo testo apre al terapeuta il ventaglio delle terapie: terapia ormonale sostitutiva (HRT), terapia con ormoni bioidentici (BHRT), fitoterapia, nutraceutica e low dose therapy. Cure creative se ben orchestrate da un direttore medico che sappia farle suonare insieme. In menopausa questo tipo di attenzione alla cura deve essere ancora più alto, perché la vulnerabilità della donna è sia emotiva che fisica e spesso le stesse indicazioni mediche sono disallineate: il ginecologo prescrive la TOS, il radiologo sconsiglia la mammografia, il medico di base offre il suo parere di consenso o dissenso; il disorientamento rischia di essere massimo.

A questo si aggiunge la “paura della menopausa” come evento che spezza la normale fisiologia mestruale, che allontana dall’idea di un femminile pieno, giovane e fertile lasciando il posto a un’idea corrosiva di un corpo alienato dai ritmi, in preda al timore dell’invecchiamento. “Sono troppo giovane per andare in menopausa” è la frase che classicamente ogni medico si sente riferire da una donna cinquantenne, come se corpo, psiche e realtà oggettiva fossero dissociate e la donna non volesse consegnare le “armi fertili”. In quel momento la donna non sta ancora chiedendo una cura ormonale, ma desidera aiuto per non arrendersi a una metamorfosi che non sente ancora adeguata alla propria qualità di vita, alla sua energia sessuale, alla sua bellezza, al suo vigore fisico, alla sua pienezza cognitiva e ideativa. È a mio avviso la grande differenza che esiste fra le parole “considerare” e “desiderare”: entrambe hanno la stessa radice etimologica siderus-sideris, ossia “stella”; desiderare significa avvertire la mancanza delle stelle, considerare significa solo prenderne atto. La donna prende atto del passaggio menopausale, ma continua a desiderare le stelle, la polvere magica della sua vita. È sbagliato chiedere questo a un medico?

È sbagliato chiedere che le terapie siano personalizzate, non invasive, integrate, creative?

Una medicina che affianchi le donne in menopausa non può avvalersi solo della terapia ormonale sostitutiva di sintesi, altrimenti rimarrebbe declinata a una fascia di donne molto selezionata. Trascurerebbe le donne che hanno avuto un tumore mammario, le donne che lo temono, le donne con controindicazioni alla cura, le donne che non desiderano eseguirla, le donne che l’hanno già eseguita e l’hanno sospesa. E tutte insieme sono la maggior parte delle donne.

E la maggior parte delle donne desidera le stelle.

Stefania Piloni

Medico specialista in ginecologia e ostetricia

Docente di fitoterapia, nutraceutica e omeopatia

Membro della Commissione per le medicine complementari dell’Ordine dei Medici di Milano

Introduzione del Dottor Osvaldo Sponzilli

Questo libro nasce dall’intento di colmare un vuoto conoscitivo nel campo degli ormoni bioidentici e della terapia low dose che sempre più è richiesta soprattutto dal sesso femminile quando si avvicina al climaterio e alla menopausa. Anche il sesso maschile si sta avvicinando a queste terapie per mitigare l’aging e la sintomatologia dell’andropausa.

Ricevo molte telefonate da parte di colleghi medici che chiedono come formarsi in questo settore molto conosciuto nel mondo anglosassone.

Ho cercato quindi il contributo di colleghi medici e biochimici, appartenenti a varie specialità, nell’intento di dare attraverso questo saggio una panoramica a 360 gradi dell’argomento.

Abbiamo cercato di utilizzare un linguaggio semplice, quando possibile, non trascurando però le basi scientifiche della metodica; ogni capitolo infatti fa riferimento a una ampia bibliografia che si trova alla fine del volume.

Che cosa si intende per ormoni bioidentici?

Ci si riferisce a sostanze normalmente presenti nel nostro organismo, responsabili della regolazione di molte se non tutte le attività metaboliche; tali sostanze vengono somministrate sotto forma di preparazioni galeniche magistrali prescritte da un medico e allestite in farmacia.

Sono ricavati da una matrice naturale (vegetale o animale) e non vengono creati in laboratorio, però subiscono comunque un processo di trasformazione galenica. Si tratta di ormoni a tutti gli effetti, non semplici fitoterapici, quindi ad alta dose potrebbero avere effetti negativi. Vanno sempre prescritti da un medico, dopo aver effettuato gli esami specifici sia ematici che salivari e la cura va monitorata nel tempo.  La loro naturalità deriva dal fatto che, mentre i cugini di sintesi (TOS, terapia ormonale classica) sono soltanto simili agli ormoni prodotti dal nostro corpo, le molecole dei bioidentici sono in tutto e per tutto uguali a quelle umane. Il loro effetto è meno potente, tant’è che non sono efficaci come anticoncezionali, ma proprio questa “debolezza” costituisce il loro punto di forza. L’organismo li riconosce e dunque li tollera meglio, senza quegli effetti collaterali che spesso fanno gettare la spugna nel caso delle terapie tradizionali. Utilizzare i bioidentici è come entrare nell’acqua senza muoverla troppo con il vantaggio che, mentre con la TOS gli estrogeni nel sangue risultano spesso “pompati”, con la terapia sostitutiva a base di bioidentici (BHRT) essi si mantengono sempre entro i limiti della normalità; dunque non provocano mal di testa, tensioni al seno o gonfiori alle gambe, e non favoriscono la crescita di un eventuale fibroma, che invece regredirà com’è fisiologico in menopausa.

L’accoppiamento con la terapia low dose permette di modulare diversi fini equilibri ormonali e non solo, migliorando il tono dell’umore, il desiderio sessuale e la memoria. Non mancano nella trattazione i fitoestrogeni e gli integratori che agiscono in sinergia per mantenere l’equilibrio in un periodo così delicato e trasformativo come è la menopausa.

Osvaldo Sponzilli

Responsabile Ambulatorio di Medicina Anti Aging, Low dose therapy ed Agopuntura Ospedale San Pietro FBF Roma 

Stefania Piloni

Medico chirurgo specialista in ginecologia e ostetricia, docente di Fitoterapia all’Università degli studi di Milano, docente di Nutraceutica presso la facoltà di Scienze Farmacologiche. Si occupa di endocrinologia ginecologica, sterilità di coppia, menopausa e terapia anti-aging femminile. È esperta nell’uso delle terapie integrate per la cura femminile.